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Autore: Silvio Pons
Casa editrice: Einaudi Editore, 2012 (libro cartaceo) e 2013 (ebook)
pp: 448
ISBN: 9788806209100 (libro), 9788858411926 (ebook)
prezzo: €35,00 (libro), €9,99 (ebook)
Trascorso un ragionevole lasso di tempo dal suo crollo in Europa e in Unione Sovietica, è possibile oggi narrare la storia del comunismo non soltanto con il distacco necessario e con l'impiego delle conoscenze archivistiche accumulate, ma con l'intento di collocarla nella storia internazionale del secolo scorso. Il comunismo fu parte essenziale della formazione del mondo globale in cui viviamo. A lungo si identificò con la prospettiva di una rivoluzione mondiale, nel solco di Lenin e dell'Ottobre 1917. Suscitò un'attrazione o una repulsione che contribuirono dappertutto a definire ideologie e identità, a mobilitare risorse e coscienze, a influenzare psicologie e intelletti. Rappresentò il fenomeno transnazionale per eccellenza. La nozione di comunismo internazionale assunse una molteplicità di significati, che rimandavano al rapporto tra lo Stato sovietico e un movimento di partiti dispiegato su scala planetaria, ai miti rivoluzionari e alla «modernità alternativa» anticapitalistica, al terrore e al progresso.
Il comunismo conobbe una formidabile espansione nella prima metà del secolo scorso e subí un tracollo vertiginoso nella seconda metà. La nascita dello Stato sovietico e del movimento comunista ebbe un enorme impatto internazionale tramite la promessa o la minaccia di una rivoluzione mondiale. Quello scenario sembrò ancora piú incombente all'indomani della Seconda guerra mondiale. L'Urss si pose alla guida di un «campo socialista» in Europa, costituendo cosí il polo antagonista all'Occidente nella guerra fredda, mentre la Cina comunista proiettava la rivoluzione nel mondo postcoloniale. Tuttavia, l'apice del progetto globale comunista celava le premesse del declino. Meno monolitico di quanto non apparisse in Occidente, il movimento iniziò a disgregarsi con la rottura tra Mosca e Pechino. Fu il primo segnale di una crisi di legittimazione destinata a farsi irreversibile. Il comunismo internazionale perse credibilità come soggetto della politica mondiale. Nel contempo, il dominio sovietico nell'Europa orientale mostrò il suo volto brutale e diventò definitivamente un fattore di discredito. L'Urss venne messa ai margini dalla globalizzazione occidentale, malgrado la sua dimensione di superpotenza. Fino a che le riforme di Gorbacëv, nel vano tentativo di rilanciare un nuovo universalismo, portarono al collasso.
Questo volume racconta il dipanarsi della storia del comunismo internazionale dalla rivoluzione alla disgregazione dell'Urss, passando attraverso le vicende della guerra fredda e illuminando i motivi del declino, emersi dopo la morte di Stalin.
Silvio Pons è nato a Firenze nel 1955. È docente di Storia dell'Europa Orientale all'Università di Roma «Tor Vergata» e direttore della Fondazione Istituto Gramsci. Autore o curatore di numerosi volumi dedicati alla storia della Russia sovietica e del comunismo italiano e internazionale, per Einaudi ha scritto Stalin e la guerra inevitabile 1936-1941 (1995), Berlinguer e la fine del comunismo (2006) e La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale 1917 - 1991 (2012); sempre per Einaudi ha curato Georgi Dimitrov, Diario. Gli anni di Mosca 1934-1945 (2002) e il Dizionario del comunismo nel XX secolo (con R. Service, 2006-2007).
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