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di Gianluca Bagnara
I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità è stata significativa non solo nei prezzi ma anche dei costi, con conseguenti margini sempre più imprevedibili e con implicazioni importanti per la redditività del settore agricolo.
Gli scenari internazionali prospettano riprese economiche molto diversificate a livello mondiale con sacche di recessione ancora marcate in vari paesi fra cui quelli europei. Tuttavia, ripresa non significa ripristino della situazione economica precedente ma cambiamento del modello economico a cui eravamo abituati. Il nostro sistema era infatti impostato su un modello economico basato sulla specializzazione produttiva nei vari territori internazionali e sui successivi scambi commerciali. La finanza era poi uno strumento di gestione dei commerci e dei relativi rischi.
Tale sistema sta cambiando profondamente. Ad esempio, anche dopo la ripresa del 2010 il Baltic Dry Index, indice che misura il valore degli scambi commerciali su container è rimasto piatto ad indicare che gli scambi non sono aumentati. Questo conferma che la vera crisi non è legata tanto ai debiti sovrani, cioè degli Stati, quanto dagli squilibri delle bilance dei pagamenti.
Nel tentativo di rendere i costi meno rigidi, anche il settore agricolo europeo sta reagendo con un processo di razionalizzazione del patrimonio strutturale (terreno, strutture),cioè il capitale fondiario, favorendo invece il patrimonio circolante, cioè il capitale agrario. L’indebitamento totale è di conseguenza ricondotto a livelli inferiori al patrimonio al netto dell’indebitamento. L’agricoltura ha reagito in modo deciso e molto più rapidamente rispetto a tanti altri settori economici.
Titolo originale: Outlook finanziario dell’agricoltura europea