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di Saverio Francesco Massari
La rapida crescita economica che ha caratterizzato la Turchia negli ultimi anni è stata senza dubbio accompagnata da un importante sviluppo della domanda di energia.
Il mix energetico turco è composto da fonti di produzioni quali il carbone, petrolio, gas naturale, idroelettrico e altre rinnovabili.
Questa composizione fa della Turchia un importatore e la pone in una situazione di dipendenza dagli approvvigionamenti esteri, posto che solo un terzo della domanda è soddisfatta da risorse interne.
Conscia di ciò, la linea politica del Paese in tema energetico si è concentrata sulla necessità di diminuire il tasso di dipendenza per incentivare produzioni domestiche, cosicché le ultime indicazioni vedono privilegiate, per esempio, le nuove installazioni di centrali termoelettriche a carbone a scapito di quelle alimentate da gas naturale.
La scelta, oltre che dall’economicità del carbone, sembra altresì suggerita dalla necessità di slegare il Paese dalla dipendenza dai gasdotti ed oleodotti provenienti da est e spesso condizionate dalla capacità d’influenza di Mosca.
Difatti, la Turchia, oggi, sembra assumere sulla questione del gas naturale un atteggiamento diverso, considerando il suo ruolo non più come quello di un Paese utilizzatore della risorsa ma come quello di un Paese di passaggio di questa.
Diversi progetti infrastrutturali che vogliono raccogliere il gas prodotto nel Caucaso o nel medio oriente per portarlo nei ricchi mercati europei, vedono la Turchia come hub di confluenza delle risorse.
Ankara sembra aver capito l’importanza strategica del suo posizionamento geografico e, conscia del suo ruolo a livello regionale, non vuole certo rimanere impigliata nella rete energetica di quanti tentano di estendere la loro presenza nel quadrante.
Per questo motivo, da ultimo si registra un ulteriore convinto ricorso alla produzione da fonte idrica che presenta un potenziale non ancora del tutto esaurito e che permette la generazione elettrica da fonte rinnovabile, con un sicuro ristorno economico e ambientale.
La scelta “green” di Ankara si estende anche all’energia del vento: negli ultimi anni sono stati impiantati diversi parchi eolici che hanno aumentato la quota della produzione da energia “verde”.
Le politiche da ultimo intraprese dai policy makers turchi sembrano puntare su un ruolo più marcato della produzione rinnovabile con un nuovo consenso ed incentivo all’installazione di impianti fotovoltaici, da biomassa e geotermici.
Sulla base dei condivisi obiettivi europei di riduzione di produzione elettrica tradizionale fossile, anche l’ “Electricity Market and Security of Supply Strategy Paper”, pubblicato dal Ministero dell’Energia turco nel 2009, ha posto ambiziosi programmi per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, determinando la soglia obiettivo per queste al 30% del mix energetico al 2023.
Questi progetti, pur essendo lontani dalla loro concreta attuazione, s’innestano in un processo di costante radicamento delle fonti rinnovabili anche per l’effetto dalla promulgazione della Legge n. 6094 del 2010 che ha stabilito un livello differenziato di tariffe incentivanti che offrono agli investitori un adeguato ritorno finanziario.
Dal punto di vista autorizzativo, il panorama è dominato dalla E.M.R.A. (Energy Market Regulatory Authority) che, ai sensi della Legge n. 4628, concede le licenze per la realizzazione di impianti di produzione.
L’accesso alle tariffe incentivanti è subordinato alla concessione da parte dell’E.M.R.A. di una certificazione attestante la qualifica di produttore da fonte rinnovabile: il procedimento è regolato dal provvedimento E.M.R.A. del 21 luglio 2011.
La Legge 5346, inoltre, oltre che la disciplina degli incentivi, accorda agli impianti di produzione da fonte rinnovabile diversi vantaggi quali la garanzia d’acquisto dell’energia prodotta, priorità nella connessione alla rete elettrica, bassi costi per l’ottenimento delle licenze, facilitazioni burocratiche nella redazione dei progetti e acquisizione dei suoli dell’intervento, specie se di proprietà governativa.
In tema di rinnovabili, giova qui riportare lo stato dell’arte sul solare fotovoltaico poiché questa tecnologia ha portato, nei mercati in cui è stata insediata, una capacità di attrazione di investimenti molto importante e capacità di performance finanziaria e di creazione di nuova economia del tutto eccezionale.
In effetti, negli ultimi mesi, il solare fotovoltaico è particolarmente considerato poiché dall’ 11 al 15 giugno 2013 l’E.M.R.A. ha aperto la procedura per il rilascio di licenze per un totale di 600MW: alla chiusura del contest le richieste di installazione hanno raggiunto quota 9000MW.
Si dovrà aprire, ora, dopo la valutazione dell’ammissibilità delle domande presentate, un meccanismo di aste per cui i contendenti di una determinata capacità di immissione nella rete dovranno presentare la loro offerta economica per aggiudicarsi il diritto di installare l’impianto.
Concesse le licenze, è possibile pensare che si apriranno almeno due mercati: il primo relativo alle licenze stesse e il secondo relativo ai contratti Engineering, Procurement and Construction (E.P.C.) di realizzazione degli impianti con metodo Turn-key o Balance of System (B.O.S.), mercato che già sta attirando le più grandi multinazionali del settore.
Come detto, mantengono un importante ruolo il settore eolico ed idroelettrico, la Turchia dispone infatti di ampi spazi scarsamente abitati che sono ideali per installazione dei generatori eolici nonché risorse idriche utili alla produzione di energia.
In ultimo, deve darsi nota dell’importante processo di liberalizzazione del mercato elettrico turco, prima dominato in ogni fase dallo Stato.
La riforma del mercato elettrico trova un fondamentale perno nello Strategy Paper del 2004 redatto dal Ministero dell’Energia e che ha definito il percorso di dismissione e collocazione sul mercato dei settori di produzione e di distribuzione elettrica.
L’attrattività del mercato turco, con i suoi alti tassi di crescita, ha naturalmente interessato investitori del settore per acquisizioni e sviluppi di centrali di produzione e di servizi di distribuzione.
In realtà, il fenomeno della cessione di assets pubblici nel settore era già cominciato dagli anni ottanta, ma il processo si è senza dubbio accelerato nel primo lustro del decennio scorso sviluppando una buona dinamica concorrenziale nel settore petrolifero, del gas naturale e dell’elettricità con l’stituzione dei regolatori del mercato sul modello ruropeo con l’Autorità di settore E.M.R.A., costituitasi per l’effetto della Legge n. 4628 del 2001.
L’investimento privato è significativamente intervenuto nel potenziamento del settore elettrico turco, permettendo la crescita della capacità installata dai 31.846 MW del 2002 ai 49.524 MW del 2010, ulteriormente aumentati a 53.211 MW del 2011 per un totale di nuove risorse immesse pari a 8 miliardi di Lire Turche.