PECOB Portal on Central Eastern
and Balkan Europe
by IECOB & AIS
Università di Bologna  
 
Thursday November 21, 2024
 
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Le piccole e medie imprese nei Balcani occidentali: il programma europeo e il ruolo dell'Emilia Romagna (parte 1)

 
 

di Michele Tempera

 
 

Fino ad oggi, i Balcani occidentali sono stati interessati da un flusso di investimenti diretti esteri notevole, suddiviso, in quanto ad origine, tra istituzioni pubbliche ed attori privati.
Essendo geograficamente vicini all’Unione Europea ed economicamente votati ad un rapporto privilegiato con gli alttri stati europei, i Balcani occidentali rappresentano una meta frequetata dagli investitori dei maggiori paesi dell’area.
Inoltre l’integrazione politica con il resto d’Europa e la stabilità sociale, ricercate fin dall’implosione della Ex Yugoslavia e dell’Albania comunista, ha costituito una motivazione ulteriore per indirizzare investimenti verso tali stati.
Dal punto di vista degli investimenti ed aiuti di natura pubblica, a spiccare per quantità e continuità sono quelli concessi dall'Unione Europea attraverso specifici programmi gestiti dalla Banca Europea per gli Investimenti (EIB) e dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD). Queste due agenzie comunitarie riflettono il ruolo di stabilizzazione e sviluppo che l'UE intende svolgere nei Balcani occidentali, allo scopo di favorirne la progressiva convergenza economica e sociale verso gli standard ritenuti indispensabili per l'ingresso nell'Unione Europea stessa.
Il recente ingresso della Croazia come ventottesimo stato dell'Unione Europea, dimostra il successo di questa strategia, sebbene essa non sia certo esente da difetti e carenze.
Sul fronte degli investimenti privati, i Balcani occidentali hanno prevalentemente attratto l'atenzione di grandi gruppi industriali manifatturieri esteri, i quali approfittano del basso costo del lavoro e della tassazione estremamente ridotta per aprire stabilimenti produttivi sui territori di Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia ed Albania.
Queste due fonti di investimenti, pubblici e privati, convergono su alcuni terreni comuni particolarmente importanti per lo sviluppo economico e produttivo dell’area.
Tra essi, una posizione particolare rilevanza è occupata dal settore delle piccole e medie imprese (PMI).
Questo settore è ritenuto, sia dagli attori privati che dalle istituzioni europee, come un ambito molto importante sul quale lavorare ed investire al fine di incrementare le opportunità di crescita socio-economica dei Balcani occidentali.
Il contesto entro il quale le imprese dei Balcani occidentali devono crescere e svilupparsi presenta alcuni problemi di rilevante portata, i quali fino ad oggi hanno rallentato lo sviluppo del settore.
Tra essi, la corruzione è sicuramente tra le problematiche più sentite ed attuali. Per contrastare il fenomeno l’UE ha da tempo predisposto delle misure in collaborazione con le autorità degli stati interessati. Questi tentativi hanno sortito alcuni effetti concreti, migliorando l’ambiente dove le imprese possono nascere e praticare la propria attività.
Tuttavia molto rimane da fare ed è possibile affermare che le carenze nella formazione, consolidamento e moltiplicazione delle PMI, in molti casi attengono proprio a questo fenomeno ed al suo grado di diffusione.
Le PMI sono ritenute di grande importanza per le economie e le società dei Balcani occidentali, principlamente per due ragioni.
La prima è il ruolo che esse ricoprono nelle economie avanzate, riconosciuto come determinante per quanto riguarda il contributo fornito all’aumento del prodotto interno lordo di ogni singolo paese. Anche nei paesi fondatori dell’UE, le PMI hanno costituito l’ossatura del sistema economico, il quale beneficia notevolemnte dalla presenza di questi flessibili e dinamici attori economico-produttivi.
La seconda ragione per la quale ritenere importanti le PMI è la caratteristica di essere una forma capace di produrre occupazione e coesione sociale.
Gli esempi dell’Europa occidentale dimostrano infatti come questa forma imprenditoriale sia stata importante al fine di assorbire monodopera qualificata e stringere legami all’interno della sociaetà offrendo soluzioni vicine alla vita dei cittadini e dei lavoratori.
Un altro punto sul quale è necessario un miglioramento nei paesi considerati, è quello delle capacità e della preparazione sul piano imprenditoriale in paesi che si confrontano da un tempo relativamente breve con la libera iniziativa dei singoli in campo economico.
Anche in questo caso l’UE ha avviato iniziative rivolte a risolvere questa carenza e, grazie anche alla collaborazione degli investitori esteri privati, molti passi avanti si stanno verificando. La diffusione di una cultura economica e di una forma imprenditoriale conseguente, sono obiettivi tutt’ora da conseguire pientamente.
Malgrado ciò, un tessuto signoificativo di PMI si è effettivamente formato nei Balcani occidentali negli ultimi anni. L’emergere di un contesto legislativo e giudiziario apposito nei Balcani occidentali, ispirato a quelli in vigore nell’Unione Europea, anche in vista di una possibile futura adesione, è un fattore di sviluppo già attivo e capace di incidere, congiuntamente agli altri elencati, sulla emersione di un tessuto produttivo dove abbiano ampio sapzio le PMI.  
A limitare i miglioramenti raggiunti è intervenuta la crisi economica globale ed in particolare le sue ripercussioni sull’Unione Europea e gli stati europei ancora non parte di essa. Probabilmente senza le difficoltà che ne sono conseguite, i risultati degli sforzi profusi dall’UE e dalle istituzioni statali dell’area sarebbero stati notevolmente più visibili ed apprezzabili.
Già nel giugno 2008 l’Unione Europea ha adottato lo “Small business act for Europe”. Pensato per le imprese con meno di 250 dipendenti, questo programma è mirato a facilitare la creazione di questa categoria di imprese attraverso un riconoscimento formale ed alcune misure concrete in merito alla mole di procedure burocratiche alle quali le PMI devono sottostare.
Questo provvedimento di carattere europeo indica le linee guida per i paesi comunitari, ma ha di fatto modellato la tipologia di intervento che la stessa UE ha successivamente pensato per i Balcani e, in particolare, per i Balcani occidentali non ancora parte dell’Unione Europea.
In seguito, nel corso del 2012, è stato approvato e reso attivo, da parte dell’UE, un apposito schema di intervento per facilitare la nascita di PMI nei Balcani occidentali.
In questo caso, il provvedimento in questione si colloca nell’ambito delle politiche di integrazione predisposte nei confronti dei Balcani e contemporaneamente si configura come un esempio di cooperazione allo sviluppo basata sulla promozione di strumenti finanziari pensati appositamente per la crescita ed il consolidamento delle PMI.

 

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