di Michele Tempera
Il Trans Adriatic Pipeline (TAP) è un gasdotto in via di progettazione e prossimo alla realizzazione, il quale servirà a trasportare il gas naturale estratto nei giacimenti del Mar Caspio appartenenti all’Azerbaijan, dal confine orientale greco fino alla regione Puglia lungo la costa italiana. Esso rappresenta l’ultimo tratto del percorso che il gas azero compie attraverso la Turchia fino al confine con la Grecia per mezzo del gasdotto Trans Anatolian Pipeline (TANAP).
Il tratto greco del gasdotto TAP sarà di 550 km e correrà lungo la parte settentrionale del paese, per entrare nell'Albania meridionale, percorrere circa 200 km fino alla costa albanese e in fine attraversare il Mare Adriatico (100 km) fino alla Provincia italiana di Lecce. Qui il gas sarà stoccato e distribuito sul territorio italiano. La lunghezza totale dell'infrastruttura si aggira dunque intorno agli 850/900 km complessivi.
La portata del gasdotto sarà di 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, equivalenti al fabbisogno di circa sette milioni di famiglie. Inoltre tale portata potrà essere aumentata in futuro, nel caso in cui la domanda dovesse crescere nelle aree geografiche lungo il percorso del gasdotto stesso.
Il progetto di questo gasdotto ha iniziato a destare interesse circa dieci anni fa, compiendo i primi passi concreti nel 2007. Da allora ha continuato a costituire una possibile soluzione per l’esportazione di gas naturale dall’Azerbaijan all’Europa occidentale, divenendo nel 2012 una possibilità concreta, grazie alla approvazione da parte del consorzio gestore del giacimento azero (denominato“Shah Deniz”) della rotta percorsa dal gasdotto TAP come prioritaria, al fine di trasportare il gas naturale verso occidente.
Recentemente è stato compiuto un ulteriore passo che rende ufficialmente solido e realizzabile il progetto TAP. Il 28 giugno 2013 il consorzio Shah Deniz ha selezionato la Trans Adriatic Pipeline come la rotta che vedrà fluire il gas del Mar Caspio nei mercati europei. Dopo l'importante annuncio, il progetto potrà entrare nelle sue fasi cruciali, vale a dire la costruzione sul campo dell'infrastruttura e l'avvio del suo funzionamento.
A questo punto sono state ufficializzate anche le date relative alla concreta costruzione delgasdotto.
Il consorzio che svilupperà il progetto è una joint venture formata da tre attori internazionali già attivi nel settore: la Statoil (l’azienda energetica norvegese a maggioranza pubblica) con il 42,5%; il distributore di energia svizzero Axpo (anch’esso di proprietà pubblica) con il 42,5%; la tedesca E.ON (un produttore e distributore mondiale di energia privato) con il 15%.
Il consorzio (chiamato Trans Adriatic Pipeline AG) da essi formato prevede quindi di iniziare i lavori per la realizzazione concreta del gasdotto nel 2015, e di rendere operativa l’infrastruttura energetica nel 2019.
L'esperienza degli operatori coinvolti nel progetto ha sicuramente svolto un ruolo determinante nel buon esito dell'operazione, la quale apre un via di trasporto per il gas portatrice di implicazioni per tutta la regione interessata.
Un sostegno essenziale all'avviamento dell'opera proviene dagli stati interessati direttamente ed indirettamente dal gasdotto, i quali hanno costantemente caldeggiato i passi burocratici, finanziari ed amministrativi necessari alla positiva risoluzione delle problematiche emerse nel corso degli ultimi anni.
In questo senso, l'accordo firmato dai governi di Italia, Albania e Grecia nel febbraio 2013, ha costituito l'esito concreto di questo sostegno al progetto. L'accordo menzionato ha aggiunto un elemento politico di rilievo alla fattiblità del TAP, il quale si è sommato alle caratteristiche tecniche e finanziarie nel convincere definitivamente il consorzio gestore del giacimento di gas azero della bontà dell'iniziativa.
Il 27 maggio 2013, il supporto ufficiale al Trans Adriatic Pipeline si è ulteriormente allargato grazie ad una dichiarazione congiunta firmata a Bruxelles dai governi di Italia, Albania, Grecia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia e Slovenia.
In questo caso la dichiarazione ha reso ufficiale l'interesse per il gasdotto da parte dell'intera regione Adriatica, sottolineandone contemporaneamente il valore strategico per i Balcani occidentali e facendone un progetto per il qualel'intera regione è stata pronta a spendersi in sedi ufficiali. Un esito non scontato, tenendo conto delle frequenti rivalità che in molte aree del mondo sorgono in presenza di progetti energetici trans-nazionali.
La dimensione regionale del progetto si inserisce nella prospettiva europea e, all'interno di essa, costituisce la via principale di quello che viene definito il corridoio energetico merdionale.
Infatti, le principali fonti di approvvigionamento di gas naturale importato dall'estero in Europa sono attualmente tre. Da nord viene importato gas dai giacimenti norvegesi, da nord-est ed est l'esportatore di riferimento è invece la Russia. Da sud e sud ovest importiamo gas da alcuni paesi del nord Africa. In questo quadro, l'importazione di gas dall'Azerbaijan tramite il TAP costituirebbe un quarto canale per l'afflusso di gas sul mercato europeo.
Per questo motivo, il TAP rappresenta una infrastruttura energetica strategica in senso geopolitico, per la realizzazione della quale si è spesa anche l'Unione Europea.
Il TAP è stato riconosciuto come "Progetto di Interesse Comune" dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo, date le sue caratteristiche che contribuiscono agli obiettivi ed alle politiche di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico in vista di una maggiore sicurezza energetica dell'Unione Europea. Da tempo alcentro delle politiche comunitarie vi è infatti il tentativo di diversificare i canali di importazione di gas e petrolio, al fine di scongiurare la dipendenza da un numero limitato di fornitori ed essere così maggiormente vulnerabili a shock di mercato o a crisi geopolitiche.
In particolare, l’interesse europeo per il Tap è incrementato dall’area per la quale dovrà passare: i Balcani. In una ottica di progressiva integrazione di questa area all’interno dell’UE, l’apertura di un corridoio energetico che la attraversi è visto come un elemento stabilizzatore e facilitatore dei rapporti economici e diplomatici fino ad ora tessuti tra Bruxelles ed i governi dell’area balcanica ancora al difuori dell’Unione Europea.
PECOB: Portal on Central Eastern and Balkan Europe - University of Bologna - 1, S. Giovanni Bosco - Faenza - Italy
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