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by: Dr Saverio Francesco Massari
pp: 33
ISSN: 2038-632X
L’esigenza di aprire un corridoio energetico che potesse, dall’Europa, raggiungere i campi di estrazione gasiferi del bacino caspico e, potenzialmente, raccogliere le risorse trasportabili dalla zona medio orientale e mesopotamica è da tempo al centro dell’attenzione sotto il profilo economico, tecnico e geopolitico.
Il Southern Gas Corridor dovrebbe colmare la lacuna infrastrutturale che vede l’assenza di collegamenti nel quadrante sud orientale europeo, evitando l’attraversamento dell’Europa centro orientale e le tensioni tra Russia e Ucraina in questi giorni invero al loro apice: diversi progetti di pipelines hanno cercato di interpretare al meglio, seppur con chiavi totalmente diverse, il ruolo di interconnettore con il sud est.
In questo complesso quadro che ha visto confrontarsi consorzi e compagini imprenditoriali formate da tutti i più importanti players energetici del mercato mondiale, da ultimo sembra che il Trans Adriatic Pipeline (TAP) si profili quale progetto destinato effettivamente ad aprire il corridoio di sud est.
In questo articolo, dopo aver in breve descritto il gasdotto in questione, si tenterà di inquadrare il teatro nel quale il TAP è riuscito ad affermarsi e quali possano essere gli effetti dell’attraversamento della risorsa trasportata nella regione balcanica e in Italia: a supporto del lavoro, si riporta in chiusura un’ intervista gentilmente concessa dal dott. Giampaolo Russo, Country Manager per l’Italia della società di gestione del gasdotto TAP AG.
Abstract
Il progetto TAP: dinamiche regionali tra il Caucaso e l’Adriatico
Intervista al dott. Giampaolo Russo, Country Manager Italia TAP AG
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