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by: Maria Zalambani
published by: Firenze University Press
pp: 284
ISBN: 978-88-6453-075-8
price: € 29.90
La società sovietica è sempre stata caratterizzata da un forte istituto censorio che di fronte al potere della parola scritta ha messo in opera una serie di istituzioni altamente repressive. Ma la censura non necessariamente esercita il suo potere attraverso forme coercitive; ci sono modalità di intervento che si espletano attraverso una complessa rete di istituzioni culturali, in grado di "produrre" la società, espungendo pensieri ed atteggiamenti pericolosi per il sistema ed organizzando al contempo una serie di organismi destinati a forgiare comportamenti e mentalità ortodossi, tanto da rendere spesso quasi inutile la funzione del censore esterno, sostituito dal "censore dell'anima". Il libro qui presentato cerca di evidenziare questo secondo aspetto della censura, senza tuttavia trascurare la grande macchina repressiva messa in atto dal potere sovietico.
Prefazione
1. L'epoca della stagnazione (1964-1985)
1.1 II campo del potere
1.2 II campo culturale
1.3 La politica culturale del partito
2. Le istituzioni della censura nel ventennio brežneviano
2.1 Il Glavlit
2.2 I servizi segreti
2.3 Le Unioni artistiche
2.4 Letteratura, critica e traduzione letteraria
2.5 Una anti-istituzione: il samizdat
2.6 La censura redazionale
3. Gli argomenti tabù
4. Il caso Iskander
4.1 Sandro di Cegem. Il romanzo
4.2 Sandro e la censura
4.3 I capitoli espunti
4.4 I capitoli censurati
5. Il caso dell'almanacco letterario Metropol'
6. La caduta dell'impero. La perestrojka e la Russia post-sovietica
Conclusione
Schede biografiche
Elenco delle abbreviazioni
Indice dei nomi
Bibliografia
Abstract